Nessuno, secondo lui, ha il diritto di giudicarlo per le sue azioni o per quello che è, e nessuno, quindi, può arrogarsi il diritto di giudicare un altro uomo.
Ulrich vede il mondo sorpassare se stesso nell'attimo stesso in cui tenta di giudicarlo, rapito dall'indefinibile indeterminatezza del reale, del suo tramutarsi in possibile.