Il suo lavoro è proseguito in ambito pediatrico con un progetto che ha coinvolto una popolazione selezionata di caregiver e piccoli pazienti considerati inguaribili.
Recenti studi dimostrano che molti caregiver sono cambiati da un approccio tradizionale non interventistico a un approccio di supporto, migliorando la prognosi di quei soggetti affetti da disordini neuromuscolari.