È un segno positivo dell'evoluzione del suo linguaggio creativo che vuole essere la concretizzazione di una visione del mondo floreale rapportato con elementi dell'arte classica.
Il bilancio 1996 chiuse con un pesante passivo, rapportato alle disponibilità dei soci, tutti giornalisti e poligrafici, dipendenti della cooperativa editrice.
L'ampio atrio principale fu di concezione più razionalista e, unito all'importante scala, era rapportato alle dimensioni dell'intero edificio, che comprendeva oltre cento stanze.